Sono stati giorni abbastanza tranquilli. Io e papà non parliamo molto. Vorrei che avesse qualcosa da dirmi perché io non so proprio che dire. Dice solo di continuare a camminare. Non so nemmeno perché lo facciamo. Non ha senso. Però so che se lo dicessi ad alta voce lo farei soltanto sentire peggio. Anche questo non ha senso.

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Ho trovato una piccola accetta anche se sta insieme per miracolo. Nelle condizioni attuali rischia di rompersi se dovesse colpire qualcosa. Almeno papà è riuscito a farci ridere entrambi. Dopo che gli ho fatto vedere quanto era malconcia l'accetta, ha cominciato a mettersi in posa e a flettere i muscoli. Dicendomi che il mio eroe era arrivato. Una cosa talmente sciocca che ha funzionato. Una volta finito di scherzare mi ha ridato l'accetta. Mi ha chiesto di sistemarla al meglio e di tenerla con me. Tienila stretta, vicino a te. So che stava pensando a mamma.

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Era Jake quello che abbiamo appena visto? Non lo so. Siamo qui fuori da cinque giorni, dovremmo esserci avvicinati al lago ormai. Stavo per chiedere qualcosa a papà quando si è fermato e mi ha detto di accovacciarmi a terra. Ha indicato un gruppo di persone. Circa una decina, poco più avanti di noi. Alcuni di loro indossavano maschere e impugnavano fucili. Stavano spingendo gli altri, che erano legati. Avevo paura che ci vedessero ma continuavo a fissare l'uomo mascherato che stava davanti. Indossava la giacca di Jake! Aveva le toppe che avevamo cucito insieme e tutto il resto. Ho cercato di dirlo a papà ma non mi stava a sentire. Deve senz'altro trovarsi nei guai! Altrimenti perché Jake aiuterebbe questi tizi?

Ci nascondemmo fino al tramonto. Papà voleva che ci nascondessimo fino a che non fossero partiti da un bel po'. Ma se quel gruppo si stava dirigendo verso il lago, li avremmo visti di nuovo. Quando succederà andrò a recuperare Jake, con o senza papà.